FashionLiquid

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SANDRINE PHILIPPE S/S 2015 WOMAN COLLECTION

Solitamente quando sono a casa dei miei nonni corro al piano superiore per andare far visita agli armadi che sono presenti nelle camere. La casa di cui parlo è quella dei miei nonni materni, famiglia composta da ben sei figli, immaginate gli armadi e i tesori che nascondono, anche se datati dagli anni sessanta fino agli anni recenti. Osservando la collezione di Sandrine Philippe, designer Parigina,  la definirei decostruttivista, pare aver svuotato una soffitta ancor più avanti negli anni di cui vi parlavo, perché appaiono tutti vissuti come se ogni abito abbia una storia da raccontare. Cotone, Lana o Seta lavorati artigianalmente con tagli e visioni innovative. Questa collezione Primavera /Estate per donna ha una palette di colori che va dal nero al bianco per continuare in verdi usurati, consumati. Toni avantgarde compaiono grazie a materiali inusuali come il silicone, pelli bruciate e nuove tecniche di colorazione che rendono i capi ancor più vissuti e misteriosi. Vestiti molto semplici da indossare e gestire, tagli netti ed essenziali.
Usually when I am at my grandparents House I run upstairs to go to visit the cabinets that are present in the rooms. The House of which I speak is that of my maternal grandparents, family consisting of six children, imagine the cupboards and the treasures they conceal, although departing from the 1960s until recent years. Looking at the collection of Sandrine Philippe, Parisian designer,i would call she the deconstructivist, I seems to have emptied an attic even more advanced in years I was talking about, because all appear as if each dress has a story to tell. Cotton, wool or silk worked by hand with cuts and innovative visions. For Spring/Summer 2015 for women has a palette of colors ranging from black to white to continue in worn, consumed. Nuance avantgarde appear with unusual materials such as silicone, burned skin and staining techniques which make the leaders even more experienced and mysterious. Very simple clothes to wear and handle, net and essential cuts.

Normalmente, cuando estoy en casa de mis abuelos corro arriba para ir a visitar los armarios que están presentes en las habitaciones. La casa del que hablo es que de mis abuelos maternos, familia que consta de seis hijos, imagino los armarios y los tesoros que esconden, aunque a partir de la década de 1960 hasta hace pocos años. Mirando a la colección de Sandrine Philippe, diseñador parisino,la llamaría la deconstructivista, me parece que haya vaciado un ático más avanzado en años que estaba hablando, porque todo parece como si cada vestido tiene una historia que contar. Algodón, lana o seda trabajado a mano con cortes y visiones innovadoras. Esta primavera/Estate para las mujeres tiene una paleta de colores que van del negro al blanco para continuar verde en usados, consumidos. Tonos avantgarde aparecen con materiales inusuales tales como silicona, piel quemada y tinciones que hacen los líderes incluso más experimentados y misterioso. Ropa muy simple para usar y manejar, neto y cortes esenciales.

SWITCH Magazine

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TRA SOGNO E REALTA’: L’UNIVERSO DI SANDRINE PHILIPPE

Dopo gli studi di fashion design in Francia ed il lavoro con due grandi nomi della moda, quali Popy Moreni e Courrèges, Sandrine Philippe è riuscita nell’impresa di creare un brand che portasse il suo nome. Emozioni, ricordi e fantasie sono solo alcune delle percezioni che gli abiti dovrebbero essere in grado di suscitare in noi, secondo l’originalissima visione della designer francese. E, in effetti, con Sandrine si dovrebbe parlare di quella Moda (sì, scritta con la M maiuscola) che molto condivide con altre espressioni artistiche, di quella Moda che produce un insieme d’immagini e rappresentazioni che abitano nelle nostre fantasie. Per capire che l’universo della stilista sia qualcosa che molto ha a che fare con il fantastico, il sogno e il recupero del passato, basta guardare la sua collezione per la primavera/estate 2015.

I materiali utilizzati sono soprattutto cotoni, jersey non lavorati, pellami che paiono aver subito un qualche processo di combustione, ma non mancano siliconi e tecniche tie and dye che vanno a creare dei tessuti visivi in grado di mantenere un’estetica al contempo misteriosa e profonda. Non solo, i tagli innovativi – che gettano le basi per il concetto della cosiddetta “seconda pelle”- sono uniti a sapienti tecniche artigianali, sempre meno visibili nel mondo della moda, e insieme ai colori, che variano dal bianco “sporco”, “vissuto”, al nero e al verde provocano nell’osservatore sensazioni che sono al limite tra l’umano e il selvaggio. “Arakhnea” non poteva essere più rappresentativo del fantasioso cosmo di Sandrine.

Creato in collaborazione con il ballerino e coreografo del Teatro Instabile di Aosta, Marco Chenevier e con il fotografo Maxime Leyravaud, questo cortometraggio non è che una sintesi delle competenze, identità ed energie dei tre artisti, che con la fusione d’immagini ricercate e coreografie, riescono a rappresentare la propria personale visione artistica. L’universo dentro il quale veniamo proiettati, è un universo fantastico, dove le memorie, l’immaginazione e il tempo passato sono contemporaneamente fusi assieme. Così vediamo strane creature, dalle sembianze quasi disumane, abitare un vecchio edificio dentro al quale danzano tra solitudine, finzione e realtà interrogandoci sulla bellezza della vita. Al di là del senso puramente estetico, questo fashion movie riesce perfettamente ad illustrare quanto la lavorazione dei tessuti, con tecniche lontane dalla produzione industriale, sia un concetto base nel processo creativo della designer, che è così perfettamente riuscita nell’intento di provocare in noi ricordi del passato, un passato magari immaginario dove maschile e femminile si mescolano tra loro, insieme a luci e ombre, creazione e distruzione. Perché la moda non è forse sogno?

 

Alessandra Zauli